Un collega mi ha fatto notare che i contenuti di questo blog tendono a disegnare l’immagine di un management deterministico e non sembrano considerare la componente di grande incertezza che caratterizza i nostri tempi, la quale richiede invece un approccio più flessibile e adattabile al cambiamento.
Ho ripensato a questo commento quando, nell’occasione di dover prendere una decisione importante, mi sono trovato a riflettere su quanto poco deterministico sia il processo decisionale, vale a dire uno dei compiti fondamentali che caratterizzano il ruolo del manager.
5 metodi per prendere una decisione
Il processo decisionale può essere affrontato con varie modalità, elencate di seguito in ordine crescente di complessità.
- No-brainer: è la scelta ovvia, talmente facile da non richiedere l’uso del cervello. Come ad esempio decidere di effettuare un acquisto nel negozio dove, a fronte di un’esperienza del tutto paragonabile, lo stesso prodotto costa la metà.
- Scelta istintiva: si tratta della classica decisione di pancia, basata su sensazioni che, proprio perché legate alla nostra natura più istintuale, sono di solito percepite a livello fisico. Come ben documentato da Malcolm Gladwell in Blink (In un batter di ciglia), si tratta di una modalità affidabile quando abbiamo accumulato molta esperienza sull’argomento in questione e disponiamo quindi di un notevole bagaglio di conoscenze tacite, che non siamo in grado di esplicitare a parole. La scelta di quale pizza ordinare di solito rientra in questa categoria.
- Valutazione razionale: consiste essenzialmente nell’elencare i pro e i contro di ciascuna opzione, assegnando eventualmente un peso diverso ai vari fattori e nel fare poi una somma algebrica, secondo un principio utilitaristico (la somma totale dei benefici e degli svantaggi deve essere positiva, producendo la massima utilità). Lo strumento d’elezione per questo tipo di approccio è il foglio Excel. Questo metodo, anche se spesso utilizzato in circostanze che dovrebbero essere per definizione oggettive, in realtà non è particolarmente affidabile perché la scelta dei fattori e dei pesi implica comunque una valutazione soggettiva. È un approccio molto diffuso tra i manager perché li mette in grado di fornire una giustificazione razionale del loro operato.
- Chiedere consiglio ad altri: questa strategia può essere efficace solo se le persone interpellate possiedono competenze ed esperienze specifiche, relativamente alla situazione in esame. Se così non fosse, rischieremmo di dare ascolto a pareri basati su una conoscenza superficiale del problema che potrebbero farci nascere dei dubbi sull’affidabilità delle nostre sensazioni viscerali, con conseguenze spesso disastrose. Alcune delle mie peggiori decisioni di tipo professionale, come quella di assumere o meno un collaboratore, sono da attribuire all’essere caduto in questa trappola.
- Chiedere aiuto al nostro inconscio: questo metodo parte dal presupposto che ciò di cui siamo consapevoli rappresenta solo la punta di un iceberg, dove la maggior parte delle nostre conoscenze sono sommerse e non accessibili in modo volontario. In questa prospettiva, il nostro inconscio sa sempre qual’è la strada da intraprendere ma riesce a comunicarcelo solo attraverso un linguaggio arcaico, di tipo simbolico, che la nostra parte cosciente fatica a decodificare. Secondo Carl Gustav Jung, i sogni sono il principale mezzo con cui il nostro inconscio cerca di indirizzare le nostre scelte; anche se, in generale, rientrano in questa categoria anche tutti i metodi divinatori (astrologia, tarocchi, foglie di tè, e via dicendo), laddove sono utilizzati in modo corretto e trasparente.
La saggezza dell’inconscio
Nel mio caso, la decisione riguardava la scelta tra due corsi a cui mi sarebbe piaciuto partecipare e le cui date, purtroppo, si sovrapponevano. Poiché la mia incertezza era elevata e le conseguenze della decisione (applicabilità ai miei progetti, costo, distanza) non trascurabili, ho deciso di ricorrere all’oracolo prediletto da Jung: l’I Ching. Si tratta di un antico testo cinese, che contiene 64 figure di 6 linee chiamate esagrammi, descritte ciascuna da una sentenza (il riassunto della situazione), un’immagine (l’applicazione pratica dell’esagramma) e 6 linee che forniscono direttive più precise e indicano una eventuale evoluzione della situazione (rappresentata da un secondo esagramma).
Nella modalità occidentale, per interrogare l’I Ching si scrive la domanda su di un foglio e si esegue una serie di 6 lanci con 3 monete, la cui combinazione produce uno dei 64 esagrammi. Solitamente, così come per i sogni e per tutti gli oracoli, la risposta fornita dal libro è oscura e di difficile interpretazione. A volte si verificano comunque situazioni in cui il messaggio è talmente forte che il significato appare evidente.
E questa è stata proprio la situazione che si è verificata nel mio caso, dove alla domanda: “Devo iscrivermi al corso A o al corso B?”, l’oracolo ha risposto con uno scioccante “Non è propizio andare in alcun luogo”. La risposta continuava poi descrivendo una situazione di estremo pericolo (l’immagine è quella di una casa che è ormai tenuta in piedi solo dal tetto e potrebbe crollare al minimo sussulto, rendendo quindi necessaria la mia presenza).
Seduta stante ho deciso di non iscrivermi ad alcun corso!
Ho preso la decisione giusta?
È importante essere consapevoli che, qualunque sia la decisione presa, non saremo mai in grado di sapere se si è trattato della scelta migliore, perché l’aver imboccato una strada ci impedisce di conoscere il percorso che non abbiamo mai intrapreso. L’unica opzione a nostra disposizione è quella di trovare un senso alle nostre scelte riflettendoci a posteriori, cercando di connettere i puntini che rappresentano le scelte più importanti della nostra vita, così come suggerito da Steve Jobs nel celeberrimo discorso agli studenti dell’Università di Stanford.
L’importante è decidere
Come illustrato da Barry Schwartz nella sua presentazione a TED, spesso l’azione di prendere una decisione è più importante del contenuto della decisione stessa. Infatti, indipendentemente dal metodo prescelto, l’atto di decidere conclude una fase di stallo e ci consente di iniziare ad agire.
Letture laterali
Consigli per trovare ispirazione e spunti di riflessione, attraverso letture solo apparentemente lontane dal contenuto dell’articolo.
Tiziano Terzani: Un indovino mi disse
Nel 1976 un vecchio indovino cinese avvertì Terzani, grande viaggiatore e corrispondente giornalistico dall’Asia, che nel 1993 avrebbe dovuto evitare di volare perché altrimenti sarebbe stato in serio rischio di morte. Dopo tanti anni, Terzani non dimentica la profezia e decide di spostarsi attraverso l’Asia solo in treno, in nave, in auto e a piedi: il libro è il reportage di questa avventura.
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