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dall'idea al prodotto

Dall’idea al prodotto

9 febbraio 2014 by Luciano Garagna Leave a Comment

All’inizio degli anni 90, riflettendo sullo scarso successo dei primi tablet che lui stesso aveva contribuito a realizzare, Jeff Hawkins si immaginò un computer che potesse essere riposto nel taschino di una camicia: era nato il Palm Pilot, l’antenato degli smartphone.

Per verificare quanto l’idea fosse in grado di soddisfare le esigenze dei suoi utenti, Jeff intagliò un blocchetto di legno e se lo mise nel taschino della camicia insieme con un bastoncino: ogni volta che doveva prendere appunti o fissare un appuntamento lo estraeva e simulava l’operazione.

Immergersi nella vision

Si tende spesso ad immaginare lo sviluppo di una vision come un’attività abbastanza statica, in cui essenzialmente si producono dei disegni e dei modelli. In realtà, dopo un primo abbozzo iniziale, è tipico del leader immergersi completamente nella vision, iniziando a sperimentare e a verificare con tutti e 5 i sensi se l’idea funziona, adattandola al contesto man mano che viene realizzata (la metafora è tratta dal bellissimo The Leadership Challenge di Kouzes e Posner, mai tradotto in italiano).

Questo è vero non solo per la realizzazione di un prodotto, ma anche per lo sviluppo di un servizio: io e il mio collega Ben Johnson abbiamo impiegato un anno a sviluppare un workshop su come lavorare in team, inizialmente immaginando e provando gli esercizi tra di noi, poi coinvolgendo collaboratori e studenti, fino ad arrivare ad una sessione pilota con il nostro committente. Il prodotto finale si rivelò essere molto diverso, e sicuramente migliore, da quello che avevamo inizialmente immaginato.

Dall’idea al prodotto in 6 passi

mappa mentale del blog

A grandi linee, un possibile approccio alla trasformazione di un’idea in un prodotto può essere riassunto nei 6 passi seguenti.

  1. L’idea iniziale (la vision) è per sua natura abbastanza sfuocata; per aumentarne la definizione è necessario studiare e acquisire conoscenze relative al settore di applicazione dell’idea.  Quando ho iniziato a pensare di realizzare un blog, mi sono documentato leggendo dei libri, cercando informazioni su internet e andando a visitare moltissimi blog per capire come sono fatti, quali aspetti trovavo interessanti e quali mi annoiavano o infastidivano.
  2. Una volta messa a fuoco la vision, un modo per renderla più tangibile è quello di costruire una mappa mentale dove sono elencate tutte le sue caratteristiche (la foto mostra una delle mappe sviluppate da un gruppo di utenti target di questo blog).
  3. Per condividere la vision, la mappa mentale  diventa uno strumento di confronto e chiarificazione, così da raccogliere input preziosi per il successivo perfezionamento dell’idea.
  4. Utilizzando i feedback raccolti durante la fase di condivisione, si inizia a sviluppare uno schema dettagliato; se la mappa mentale è infatti ottima per stimolare la creatività, per passare alla fase realizzativa è opportuno impiegare degli strumenti che ci guidino verso una costruzione più strutturata (ad esempio una lista delle funzionalità previste per il blog e una tabella delle relative specifiche tecniche).
  5. Non appena abbiamo raccolto le necessarie informazioni, iniziamo a realizzare un primo prototipo, da provare con un gruppo di persone interessate al successo dell’idea: si tratta del cosiddetto dry run (il test a secco, dove mancando l’acqua non si rischia di annegare).
  6. A questo punto, incorporati gli ulteriori feedback, non resta che ripetere più volte il processo attraverso una serie di iterazioni successive che richiedono modifiche sempre minori, fino a che il prodotto possiede le caratteristiche funzionali e qualitative tali da consentirne il lancio sul mercato. Questo processo di miglioramento continuo proseguirà poi, con impegno sempre più ridotto, fino alla fine del ciclo di vita del prodotto.

Il prototipo è un prodotto funzionante

È importante capire che un prototipo è cosa ben diversa da un disegno o da un modello in scala. Non si tratta infatti di una rappresentazione di quello che vogliamo realizzare ma bensì di un prodotto già funzionante, anche se con un numero ridotto di funzionalità. A questo proposito, è fondamentale iniziare a provare quanto prima il prototipo perché, non importa quanto sofisticate siano le nostre procedure di simulazione, è solo quando possiamo vedere, toccare, annusare, sentire, assaggiare, che siamo in grado di dire se quello che abbiamo creato ci piace veramente!

La leadership si manifesta attraverso l’azione

Una delle caratteristiche fondamentali del leader è la sua capacità di trasformare la vision in azione: infatti, se è vero che è assolutamente critico fermarsi a pensare e a pianificare prima di avviare un progetto, è altrettanto vero che non è raccomandabile aspettare di aver definito tutti i dettagli, in quanto rischieremmo di costruire un prodotto che soddisfa solo sulla carta le esigenze dei destinatari.

Per saperne di più: il business case del leader

Letture laterali

Consigli per trovare ispirazione e spunti di riflessione, attraverso letture solo apparentemente lontane dal contenuto dell’articolo.

Jo Nesbø: Il cacciatore di teste

Così come la vision coinvolgente di un’idea non ancora del tutto sviluppata, un buon romanzo giallo stimola la nostra curiosità e ci spinge ad andare avanti per scoprire come i vari tasselli si incastrano tra di loro. Suggerisco di iniziare a conoscere Jo Nesbø con questo romanzo perché non fa parte di una serie ed è un po’ meno truculento rispetto ai suoi più famosi bestseller, incentrati sulle avventure del detective Harry Hole (di cui sono un grande fan).

Aspetta, c'è dell'altro...

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Filed Under: leadership Tagged With: project management, vision

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